
E’ mai possibile costruire qualcosa di buono in carcere? A quanto pare si. Da ormai un anno e mezzo presso il Complesso Penitenziario di Perugia Capanne ci stanno provando, con un progetto di reinserimento lavorativo dei detenuti all’interno del carcere, portato avanti grazie ad una convenzione con la Cooperativa Sociale 153 Onlus. Un progetto che ha portato alla nascita della Fattoria Capanne, in cui lavorano 11 detenuti, su una superficie di 12 ettari intorno alla casa circondariale. La produzione si divide tra il frutteto, gli ortaggi in pieno campo, l’olivero e le serre, sul lato vegetale, mentre su quello animale viene prodotto il pollo a piede libero, unico esempio di filiera completa interna ad un carcere in Italia.
Il reiserimento lavorativo dei detenuti è un tema purtroppo non capito in pieno dal “grande pubblico” e di cui si parla poco, nonostante sia di importanza, invece, fondamentale. Soprattutto alla luce dei dati sulla recidiva reale per i detenuti che non svolgono alcuna attività lavorativa vera all’interno delle carceri, che si attesta sopra il 70%. Chi, invece, ha modo di seguire un percoso di reinserimento lavorativo presso cooperative sociali e imprese ricade solo in percentuale del 1-2%. La differenza ci dovrebbe far capire l’importanza di tali tipi di interventi, anche alla luce del costo giornaliero per la società di ciascun carcerato (circa 250 euro/giorno) e della problematica gravissima del sovraffolamento carcerario.
L’attività del carcere di Capanne è quindi un’oppurtunità preziosa da incentivare e anche da sfruttare come consumatori, visto che permette l’acquisto di prodotti freschi, a vero km zero. E’ possibile acquistare i prodotti del carcere in due modi. Il primo è presso i mercati rionali di Balanzano (martedì), San Mariano (mercoledì) e Pian di Massiano (giovedì). Il secondo è con l’abbonamento settimanale o quindicinnale, direttamente a casa vostra, se abitate a Perugia e zone limitrofe.
Più informazioni sono disponibilli sul sito o la pagina facebook.