
Penultimo appuntamento di questa nostra rubrica di incontri con l’autore. Oggi ospitiamo Valentina Stella, che molte di voi forse conoscono per il suo blog: Bellezza Rara. Amante della confusione per sua stessa ammissione, o meglio portatrice sana di contraddizioni, nel 2009 Valentina è diventata mamma e questo l’ha portata pochi anni dopo a scegliere la via dei freelance, anche per seguire i suoi tanti sogni sparsi nel cassetto. Torinese stra- doc e innamorata sincera della sua città, ha pubblicato il suo primo ebook di cui ci parla oggi: Se mi lasci non vale, edito dalla Zanfegù.
Ciao Valentina, grazie di essere nostra ospite con il tuo primo ebook. Dicci la verità: questo non è un libro sui lasciatori ma su come riprendersi dopo! Sbagliamo? In effetti è vero: raccontare i Lasciatori e le loro vicende è stato un mezzo per parlare del famoso “dopo”, quel dopo che all’inizio sembra un burrone ma che in realtà può portare a stare ancora meglio di prima. Verso la fine del libro ho scritto che quella sensazione di rinascita che si prova quando si esce dalla sofferenza è una delle emozioni più belle che abbia mai provato.
Nel tuo blog hai parlato di tanto delle tue esperienze di donna lasciata, perchè hai voluto metterci di nuovo testa e cuore per un libro? Nel blog ho raccontato qualche mia storia finita male, ma da tempo pensavo di riunirle tutte, aggiungendo quelle delle mie amiche (tutte sotto falso nome ovviamente…) per costruire un insieme di storie di abbandoni. Sai, io penso di essere quella che sono oggi anche perché sono passata attraverso quelle storie, e perché ho amato o ho voluto bene a quelle persone, quindi non è una sofferenza per me tornare a pensarci. Sono convintissima che senza i ricordi non si possa guardare al futuro, quindi “loro”, i miei Lasciatori, sono anche la mia forza. Oltre a essere quasi tutti miei grandi amici!
Delle nove tipologie di lasciatori, qual è che ricordi con più leggerezza? Essendo oggi innamorata e felice, ricordo tutte quelle storie più o meno con leggerezza. Forse quella volta in cui sono stata lasciata il giorno del mio trentesimo compleanno la ricordo un po’ più leggera rispetto alle altre perché era l’ennesima, avevo appunto 30 anni, e sapevo già come reagire, sapevo quanto sarebbe durato il dolore, e soprattutto avevo il mio lavoro, le mie amicizie, le mie sicurezze, insomma, ero “grande”, e non è stato difficilissimo riprendersi. Oltre al fatto che quel Lasciatore è stato l’ultimo, perché poco dopo ho incontrato l’uomo che è diventato mio marito e il papà della mia bambina.
Il papà di Guia! Dopo questo libro ti puoi considerare “esperta” di addi. Dai un consiglio a tua figlia per essere una brava lasciatrice? A mia figlia dico sempre di tirare fuori ciò che ha dentro, e quando le dico “dentro” indico il suo petto, proprio dove sta il cuore. Le dico che è importante che sappia riconoscere cosa sta provando e che lo racconti a me, a suo padre o a chi ha di fronte, quindi spero sia in grado di fare la stessa cosa fra qualche anno con la persona che amerà.
Il prossimo passo editoriale? Se non hai idee ti suggerisco un libro fotografico su Torino: credo tu abbia materiale per più di uno! L’idea dellibro su Torinoèmagnifica! Mipiacerebbetantissimo maancora nonl’homesso incantiere. Incompensoperò hoappenafinito discrivere unromanzoambientato a Torino che ha da pocotrovato “unapprodo”, oforsesarebbemegliodefinirlo “unpunto dipartenza”. Fraqualchemesepotrò darequalcheinformazione in più! 🙂