
L’estate sta finendo, cantavano i Righeira ed è proprio vero! Settembre è arrivato, qualcuno lo vive come una rinascita, qualcun altro va in crisi totale; c’è poi chi ha degli impegni da portare a termine che ha rimandato e rimandato…come i compiti delle vacanze! Ammettiamolo, il vero tormentone dell’estate che si presenta puntuale ogni anno è proprio questo: ma i compiti delle vacanze vanno dati si o no?
Da pedagogista e insegnante la risposta, per me, è abbastanza chiara: certo che no! Ma procediamo per gradi!
Si è sempre detto, o almeno si è cercato di far credere, che studiare debba intendersi come “il lavoro dei più piccoli”. Bene. Questa frase racchiude in sé tutte le risposte. Perchè allora, dopo tanta fatica, non concedere ai cari studenti le meritate “ferie”?
Noi adulti dopo un anno trascorso lavorando, gomito a gomito con i nostri colleghi, quando si avvicina la bella stagione iniziamo il conto alla rovescia, cerchiamo sul calendario la fatidica data della partenza, in pratica, non vediamo l’ora di staccare la spina.
Più di una volta mi è capitato, sarà la deformazione professionale, di intrattenere conversazioni sotto l’ombrellone con bambini che si lamentano dei libri da completare, pagine e pagine di schede, brani da leggere, problemi da risolvere e puntualmente il loro discorso finisce sempre così: “Non è giusto le maestre / i professori sono in vacanza e noi dobbiamo fare i compiti delle vacanze”. Eh già, non è proprio giusto!
I compiti delle vacanze secondo la dott.ssa Mancarella
Personalmente ho sempre augurato delle splendide giornate al mare, in montagna, in città con la famiglia e gli amici. Pedagogicamente, però, se proprio si vogliono assegnare dei compiti delle vacanze, attività da fare ce ne sono tante oltre il tanto odiato libro.
Si potrebbe suggerire, per esempio, di tenere un diario raccontando i momenti più significativi che si stanno vivendo, le persone conosciute, i luoghi visitati.
Un altro consiglio potrebbe essere quello di leggere un paio di libri scelti, ovviamente, dagli alunni. Spesso è un compito che viene assegnato assieme a tutto il resto chiedendo poi di riportare schede dettagliate della trama e dell’autore. A mio avviso, la lettura dev’essere un bellissimo passatempo da compiere tutto l’anno, seduti comodamente, dedicando quei minuti solo al libro e ai personaggi della storia. Se viene richiesto come un compito state pur certi, cari insegnanti, che verrà preso contro voglia… non meravigliamoci poi se i ragazzi leggono poco!
Si può anche chiedere ai bambini di inventare dei giochi all’aria aperta e con l’aiuto di mamma o papà filmare l’esperienza. In un’attività del genere sono racchiusi la creatività, la socializzazione, lo spirito di iniziativa, la fantasia, il rispetto delle regole, la condivisione, il lavoro di gruppo, la gestione dei conflitti: mica poco no?
Insomma, va bene tenere impegnati gli alunni, ma io non ho mai visto un artigiano o un impiegato portare il lavoro in spiaggia!
Buon inizio scolastico ai docenti, ai genitori… e soprattutto ai veri protagonisti!
La dottoressa Chiara Mancarella è iscritta all’ ANPEC (Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici) n. 4438 ed è docente di Scuola Primaria. Si è formata come Pedagogista Clinico presso l’ISFAR (Istituto Superiore Formazione Aggiornamento e Ricerca®), oltre alla Laurea in Pedagogia dell’Infanzia, una Specializzazione in Dirigenza scolastica e socio-educativa e un Diploma in Flauto traverso.
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