
Ormai è fatta, la campanella è suonata: tutti in classe! Il rientro a scuola è una realtà. In tutte le scuole d’Italia per bambini e ragazzi è iniziato il nuovo anno scolastico, si rivedono i compagni e gli insegnanti, ma per alcuni rappresenta l’ingresso nel nuovo ordine di scuola e ciò porta nuove amicizie e nuovi docenti. Non dimentichiamo poi i piccoli che fanno il loro “debutto in società”, parliamo di quei bambini che iniziano il nido o la scuola dell’infanzia.
Ma tra gli studenti e i genitori chi mostra maggiormente la tensione da rientro a scuola?
Beh diciamo che le due categorie se la giocano alla grande! Uno stato d’animo apprensivo è comprensibile, indica partecipazione ed interesse. È importante, però, tener conto di alcuni aspetti per non sfociare nell’esagerazione e rendere un momento così particolare dello sviluppo di vostro figlio come una delle tragedie greche. I genitori generalmente esibiscono una certa inquietudine tutto sommato positiva perché vedono i loro bambini (anche se hanno raggiunto la maggiore età li chiamano bambini) diventare sempre più grandi, alla quale si aggiunge il timore del cosa riserverà loro il futuro e come andrà il nuovo anno scolastico.
Per quanto riguarda, invece, coloro che siedono dietro i banchi, i sentimenti sono contrastanti. Gioia ed eccitazione per il vivere nuove esperienze e preoccupazione per i cambiamenti fisici e sociali che andranno ad affrontare. In questi giorni il compito dei padri e delle madri dev’essere non quello di esternare un’agitazione perenne, ma spiegare ai figli che l’andare incontro a qualcosa di nuovo fa parte della vita e che il loro appoggio ci sarà sempre.
Convincersi che la scuola non è una gara olimpica, non ci sono vincitori e non vengono distribuite medaglie. L’impegno dovrà essere premiato con un “bravo/a” e l’insuccesso compreso e rassicurato. Punizioni o discussioni per un brutto voto non porteranno ad avere un genio in casa, ma creeranno nel bambino o ragazzo uno stato d’ansia tale che vivrà con il timore di non essere all’altezza o rappresentare una delusione per i genitori.
Agli studenti mi sento di consigliare di impegnarsi per crescere nella curiosità e nella conoscenza, l’obiettivo finale non è il bel voto o la promozione, ma arricchire il proprio bagaglio culturale. Un libro scolastico se preso da solo non è sufficiente per l’apprendimento; fortunatamente viviamo in una società che offre molti stimoli e fonti comunicative: sfruttateli il più possibile!
Buon inizio d’anno, allora, da chi ha messo la curiosità per la conoscenza sempre al primo posto!
La dottoressa Chiara Mancarella è iscritta all’ ANPEC (Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici) n. 4438 ed è docente di Scuola Primaria. Si è formata come Pedagogista Clinico presso l’ISFAR (Istituto Superiore Formazione Aggiornamento e Ricerca®), oltre alla Laurea in Pedagogia dell’Infanzia, una Specializzazione in Dirigenza scolastica e socio-educativa e un Diploma in Flauto traverso.